“Il sole è il simbolo del nostro stile diretto, ardente, impetuoso. Noi facciamo tutto alla luce del sole”, così erano soliti ripetere i Falangisti spagnoli, i quali, nella impetuosita’ della loro giovinezza, forse ignoravano di star cambiando irrimediabilmente il volto del loro Paese. Il promotore e autore di questo nuovo modo di concepire la vita fu il giovane avvocato spagnolo Josè Antonio Primo de Rivera.
Nato a Madrid nel 1903, de Rivera cresce in una Spagna dilaniata dai conflitti sociali e politici. Il ragazzo è ben conscio del fatto che il suo Paese ha ormai perso peso nelle questioni politico economiche europee, e che ha assolutamente bisogno di riacquistare un ruolo di preminenza, in un modo o nell’altro.
Ed è tra i capricci di una politica sempre più depressa e incapace di fermentare nuove idee, che si affaccia sulla scena politica e culturale il Falangismo. La Falange spagnola viene fondata da de Rivera, il 29 ottobre del 1933, dopo un celebre discorso tenuto in un teatro di Madrid. L’idea dei falangisti è quella di un “Uomo Nuovo”, libero dalla tirannia del denaro, del materialismo, e finalmente capace di riappropriarsi della propria spiritualità e di riaffermare quei valori eroici e virili che il credo borghese aveva svilito e calpestato. Il sole è il simbolo della Falange. Un giogo con cinque frecce, le quali stanno a rappresentare i raggi solari, chiavi di svolta. Saranno infatti quei raggi a ri-illuminare il cammino dell’uomo, ad abbattere l’oscurantismo, a riaffermare la Tradizione.
Fin da subito, dunque, la Falange mostra la sua impronta antiliberale, antisocialista e nazionalista. Dopo qualche anno dalla fondazione, però, darà il suo contributo ideale al movimento Ramiro Ledesma Ramos con il NazionalSindacalismo. Ed è con questo apporto più prettamente politico che la Falange fa sua l’idea del corporativismo, il quale, come sappiamo, presuppone una terza via tra capitalismo e marxismo. La terza via che coincide, ovviamente, con quella solare. Lo stesso Saluto Romano, adottato dai Falangisti, richiama alle antiche civiltà, come quella egizia, che adottava tale saluto per salutare il Sole-re; un saluto al cielo, alle altezze e al sole, simbolo della vittoria della luce.
Il Sindacato Nazionale è alla base del Corporativismo. E’, dunque, messo da parte il Liberalismo e il Marxismo. Tutto questo non poteva che preoccupare le vecchie guardie bianche del reazionarismo. Risultava logico che i tempi erano cambiati, e che dopo le strabilianti vittorie che Nazismo in Germania e Fascismo in Italia avevano inferto ai filo marxisti, filo liberali, e ad altri vari rottami ideali, Rivera li avrebbe ben presto affossati con la forza delle sue Idee.
«Espana: Una, Libre, Grande!» avrebbe infiammato i cuori, riscaldato gli animi, e dato vita a una nuova era, e tutto ciò doveva essere impedito, ad ogni costo. Primo de Rivera, verrà arrestato e condannato a morte.
Verrà giustiziato il 20 novembre del 1936. Ed è anche per lui, per onorarlo, che uomini del calibro di Robert Brasillach, Leon Degrelle, si arruolarono nella Division Azul, contro le truppe Staliniste. Migliaia di giovani guerrieri daranno il loro ultimo respiro alla causa Rivoluzionaria.
Dopo la vittoria dei nazionalisti spagnoli, nel 1939, Francisco Franco, si approprierà, indebitamente, dell’immenso patrimonio ideale della Falange spagnola. Appropriazione, ovviamente solo teorica , perchè, in realtà , con Franco il reazionarismo cambierà soltanto padrone. Ma questa è tutta un’altra storia…
A cura della Redazione del Blocco Studentesco Napoli