Il 26 settembre i ragazzi del Blocco Studentesco compiono un blitz che ottiene visibilità non solo dalla stampa nostrana ma anche da quella internazionale. Al grido “ieri trincea e baionetta, oggi un Iphone che ti aspetta”, i camerati hanno goliardicamente gettato uova e farina sull’abnorme fila che si apprestava ad acquistare l’ennesimo modello di cellulare. Azione goliardica che però ci offre spunto per un’amara riflessione: la tecnologia è diventata il motore, se non lo scopo vero e proprio, della nostra esistenza? Cellulari e Social Network monopolizzano la vita sociale dell’uomo moderno, dalle più svariate fasce d’età; il telefonino di marca, la pagina internet curata in maniera minuziosa, il televisore ad altissima definizione col quale impressionare amici e parenti sono oramai veri e propri status symbol di una società che si fregia delle apparenze. In un tempo dove al posto dei valori vi è il Dio Denaro (e qui tornano cari gli insegnamenti di Ezra Pound) spopola un dogma universale, quello del consumismo. E’ sconfortante vedere gente che arriva a riempirsi di debiti per comprare qualcosa di per sé inutile solo per poter dire “guarda ce l’ho anch’io, ora sono come gli altri”, del resto è essenziale essere conformi ai giorni nostri. Discorso, questo dell’apparire, che si riflette pesantemente sui Social Network. E’ un’ossessione, una mania, farsi notare e sfoggiare caratteristiche che, molto spesso, non rispecchiano la realtà su piattaforme che dovrebbero permetterci un contatto diretto con il mondo esterno…quando poi finiscono per separarci da questo. La tecnologia, dunque, è un male che va estirpato? Dobbiamo chiudere i rapporti con ogni forma di progresso? No, ma è innegabile che questa parabola discendente ci sta portando all’annichilimento. Un annichilimento generale che colpisce in particolare i giovani, spegnendo il potenziale illimitato di chi potrebbe afferrare le briglia di un popolo in coma. I ragazzi rischiano di perdere la gioia del loro essere! La bellezza sta nell’azione, non solo in un contesto politico (come il nostro) ma nel quotidiano, nell’affrontare le sfide di tutti i giorni beffandosi delle avversità. Giovinezza è vivere la vita, sognare, battersi per le proprie passioni e credere nell’avvenire, un domani che ci aspetta! Non siamo automi, non possiamo permettercelo, gettiamo il cellulare e iniziamo a parlare, spegnete il computer e scendete di casa, basta con il lamento e iniziamo ad affrontare i problemi! Per ultimo vi chiedo, ad accompagnarvi volete lo squillo vittorioso delle trombe oppure una monotona suoneria?
Di Antonio P.