Sicuramente in un giorno della vostra vita, magari d’estate, quando si va in vacanza, vi capiterà di atterrare all’aeroporto “Teseo Tesei” di Marina Di Campo all’isola d’Elba. Oppure, altrettanto sicuramente, vi capiterà di leggere sul giornale di una azione portata avanti dalle forze speciali “Raggruppamento subacquei e incursori ‘Teseo Tesei’ “. Più difficilmente, ma per un fatto di mera statistica, vi capiterà di passare per Via Degli Archi, a Livorno, ed imbattervi nella visione della scuola media “Teseo Tesei”. In tutti questi casi, però, vi chiederete : “ma chi è tal Teseo Tesei?” Beh , parlare di un personaggio come lui, non è cosa da poco. È uno di quegli uomini per i quali vale ancora la pena essere fieri di essere italiani. Sicuramente anch’egli è stato vittima di una damnatio memoriae che ha cercato di limitarne la grandezza, ma il suo genio e il suo animo poliedrico hanno nettamente prevalso. Nasce il 3 gennaio del 1909 a Marina di campo, frequenta il Collegio degli Scolopi di Firenze, entra nella Regia Accademia Navale di Livorno nel corso del 1925 e si laurea nel 1933 alla scuola di ingegneria navale di Napoli. Ed è da questo momento in poi che la sua figura abbandona l’effimera essenza del tempo e si consegna all’eternità. Con l’inizio della seconda guerra mondiale, infatti, fu destinato ad operare presso la V Squadriglia della 1ª Flottiglia MAS di base a La Spezia, dove subito si distinse per coraggio e competenza, venendo insignito della medaglia d’argento al valor militare (il 12 dicembre) per aver partecipato alle operazioni di salvataggio dell’equipaggio del sommergibile Iride. I suoi camerati lo definivano “enciclopedia vivente” e chi lo aveva conosciuto lo descriveva come “un essere straordinario, come se ne può incontrare uno ogni cento anni. Aveva una forza spirituale enorme, era un uomo al di là di tutto. Di fronte a lui sembravano tutti piccoli, gli Ammiragli sembravano Caporali. Avrebbe potuto emergere in qualsiasi campo, avrebbe potuto diventare un santo, tanta era la luminosità del suo spirito”. Non erano vacue parole queste, ma un encomio a chi seppe, oltre che fieramente credere, obbedire, combattere, anche innovare e sperimentare. Al suo acume intellettuale si deve, infatti, il rinnovamento della mignatta, l’invenzione del siluro a lenta corsa nonché di un autorespiratore ad ossigeno che veniva utilizzato per le fuoriuscite dell’equipaggio da sommergibili in avaria. Fu proprio grazie al progetto SLC che Teseo Tesei riuscì a compiere delle imprese eroiche, quali quella di Malta. La notte tra il 25 e il 26 luglio 1941 era infatti programmata un’azione di forzamento della base inglese di La Valletta. Durante il corso dell’azione effettuata da due SLC e sei barchini esplosivi, per non compromettere l’esito della missione e recuperare il tempo perso per ovviare a degli imprevisti tecnici accorsi a uno dei due SLC, decise di «spolettare a zero», rinunciare cioè ad allontanarsi dall’arma prima che esplodesse, morendo in questo modo insieme al 2º capo palombaro Alcide Pedretti. Per tale atto eroico fu decorato della medaglia d’oro al valore militare alla memoria. La sua figura fu costantemente ripresa ed onorata : persino il Principe Borghese lo ricorda con commozione in uno dei suoi scritti. E non possiamo onorarlo se non con delle parole che egli stesso era solito ripetere prima di importanti azioni belliche :” Occorre che tutto il mondo sappia che vi sono italiani che si recano a Malta nel modo più temerario: se affonderemo qualche nave, oppur no, non ha molta importanza: quel che importa è che noi si sia capaci di saltare in aria col nostro apparecchio sotto l’occhio del nemico: avremo così indicato ai nostri figli e alle future generazioni a prezzo di quali sacrifici si serva il proprio ideale e per quale via si pervenga al successo.”
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