Cavour: al sorgere di una Nazione

Camillo Paolo Filippo Benso, conte di Cavour, nasce a Torino il 10 agosto del 1810. Grande imprenditore e ministro del Regno di Sardegna, fu successivamente alla proclamazione dello stato italiano presidente del consiglio dei ministri, rappresentando una delle figure più rilevanti per la realizzazione dell’Italia unita. In gioventù prese parte al servizio militare che abbandonò all’età di 21 anni in modo tale da poter viaggiare per l’Europa analizzando quelli che furono gli effetti conseguenti alla rivoluzione industriale avvenuta in Gran Bretagna, Francia e Svizzera.

Nel 1835, quasi quattro anni dopo, il nobile sabaudo rientrò in Piemonte per applicare quanto aveva imparato dai suoi viaggi in campo agricolo ed economico, comprendendo anche l’importanza della formazione scolastica per il successo di una nazione moderna. L’applicazione dei suoi apprendimenti giovò alla sua impresa privata, e grazie ad essi divenne in breve tempo uno degli uomini più ricchi del Regno di Sardegna. 

Con la fondazione del quotidiano “Il Risorgimento”, avvenuta nel 1847, il conte entrò ufficialmente nel dibattito politico, presentando agli ambienti intellettuali del tempo la sua conclusione per quanto concerneva la questione unitaria, ovvero che solo unendo l’Italia sotto un’unica bandiera, questa avrebbe potuto rilanciare la sua economia, liberandola dalla sua sudditanza politica e finanziaria rispetto alle potenze straniere. 

Schiarandosi con la destra storica in parlamento, quindi in forte contrasto con gli ideali repubblicani degli altri gruppi unitaristi, Cavour propose il suo piano per lo sviluppo del regno di Sardegna, ritenendolo il primo passo per la creazione di uno stato forte e capace di affrontare le sfide del domani: forte delle sue esperienze personali, introdusse l’uso di concimi chimici nella coltivazione in massa di cereali e patate, nuovi metodi di irrigazione capaci di raggiungere anche aree ad alta siccità, e altre innovazioni che resero in breve tempo il regno dei Savoia il paese più avanzato della penisola. 

Con l’ormai consolidato primato politico dello stato piemontese, Cavour ricominciò a progettare l’unità del territorio Italiano spezzando anche l’isolamento diplomatico del regno. Raggiungendo un’intesa con i repubblicani guidati da Giuseppe Mazzini, iniziò a formare alleanze ed accordi vantaggiosi con altre nazioni europee che già erano all’apice della loro potenza, mostrando il regno sabaudo come parte attiva nelle questioni del vecchio continente, esempio più eclatante ful’intervento nella contesa della Crimea. Prima con la Francia di Napoleone III, poi con la Prussia di Otto von Bismarck, le guerre di indipendenza al fianco di questi due potenti alleati fecero a poco a poco guadagnare al neonato regno d’italia quasi tutta la parte nord della penisola, anche se a discapito di alcune rinunce, come la cessione della città di Nizza e della provincia di Savoia. 

Convinto da Mazzini dell’importanza di unificare anche il meridione, Cavour  assegnò tale compito a Giuseppe Garibaldi, il quale aveva fatto da poco ritorno dalle Americhe, mettendosi in contatto con lui attraverso l’amico Giuseppe La Farina. Pur avendo continuamente espresso dubbi sulla fedeltà dell’eroe dei due mondi alla causa monarchica e pur avendo già avuto con lui aspri dibattiti circa la cessione della sua città natale ai francesi, diede alla fine il via libera per la spedizione, pianificandola nei minimi dettagli e rifornendo l’armata di volontari delle giubbe rosse di armi ed equipaggiamento. A seguito della sua riuscita, il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d’italia. Cavour, divenutone presidente del consiglio, non riuscì tuttavia a terminare il suo mandato, e morì il 6 giugno 1861, avendo visto il suo sogno e quello di tanti altri patrioti di ogni appartenenza politica, finalmente realizzato.

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Pubblicato da BloccoStudentescoNapoli

Il Blocco Studentesco è l'associazione studentesca di CasaPound Italia

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