Clara Petacci (conosciuta anche come Claretta dai suoi amici) nacque a Roma il 28 febbraio 1912. Di famiglia aristocratica, da giovane poté studiare in modo approfondito arte e musica, sviluppando una grande passione anche per la pittura e il teatro. La donna conobbe Benito Mussolini all’età di vent’anni, nel 1932: il loro incontro avvenne sulla strada per Ostia, quando la macchina dove viaggiava assieme ad altri due suoi amici e quella del forlivese si incrociarono. A quel tempo il già Duce del fascismo aveva quarantotto anni ed era sposato con Rachele Guidi, ma ancora prima la nobile romana aveva scritto diverse lettere di sostegno e ammirazione allo statista. Pur cominciando a incontrarsi sempre più spesso, la donna decise di sposare il suo fidanzato Riccardo Federici, sottotenente della regia di aeronautica.
L’unione tra la Petacci e Federici era perlopiù dettata dalla convenienza, e ancor prima della loro separazione ufficiale, avvenuta nel 1936, i due avevano già preso le distanze. Da quel momento in poi, Clara sarebbe rimasta nubile per il resto della sua vita, e iniziò “ufficialmente” la sua relazione amorosa con Mussolini. I due amanti si vedevano con regolarità nella loro stanza degli Incontri di Villa Camilluccia (data in dono dal regime alla famiglia) oppure nello studio del Capo del Governo a Palazzo Venezia. Nonostante la chiara insofferenza, Claretta sopporta l’umiliazione di avere solo il ruolo dell’amante, né chiederà mai al suo “amato Ben” (come lo menzionava nel suo diario) di lasciare la moglie per lei. Clara accettava quello che il suo uomo poteva darle e gli rimase sempre fedele, anche oltre i nefasti eventi della seconda guerra mondiale che hanno portato alla sua caduta.
Arrestata il 25 luglio 1943, viene liberata l’8 settembre dello stesso anno, quando viene comunicata la firma dell’armistizio di Cassabile. Tutta la famiglia decide di abbandonare Roma e si trasferisce nel nord Italia, a Gadone, vicino Milano. In quel periodo la “relazione” tra la donna e Benito Mussolini ebbe una lunga sospensione al fine di lasciare il tempo ad entrambi di stare con le relative famiglie, in un momento tanto buio, mentre la notizia in poco tempo divenne virale, alimentando i pettegolezzi relativi a favoritismi e corruzioni. Giunti all’epilogo della loro storia, tra marzo e aprile i due passarono ancora del tempo insieme, e insieme tentarono di sfuggire alla vendetta dei partigiani cercando di raggiungere la Svizzera. Il 28 aprile 1945 a Giulino, in provincia di Como, esattamente fuori la villa Belmonte, Clara e Mussolini furono fucilati e assassinati dai partigiani. Molte furono le versioni sull’accaduto, da quella frutto di una fantasia perversa che volle il Duce farsi scudo con la donna in un vigliacco tentativo di sfuggire alla morte, a quella più eroica e verosimile, che vide la giovane amante dimostrare il suo immenso amore, tentando di fermare il plotone di esecuzione parandosi davanti il suo amato. Il giorno dopo i corpi dei due amanti vennero barbaramente esposti a piazzale Loreto, sfigurati, e poi lasciati in balia di una folla di animali, che finì di oltraggiarli con sputi e urina, calci e bastonate. Ma nonostante ciò, non li possono cancellare.
Nunzia
