Carina Massone Negrone nasce a Bogliasco, città metropolitana di Genova, il 20 giugno del 1911, in un’epoca ricca di scoperte tecnologiche, di fermento sociale ed economico, di rivoluzioni politiche e scientifiche, culminate nella prima guerra mondiale e accresciutesi negli anni a seguire.
Nell’ottobre del 1930, a Milano si svolge una settimana di gare aviatorie, nelle quali furono ammesse eccezionalmente anche le donne e dalle quali Carina rimane positivamente colpita. Ispirata dalla grande esaltazione che in quel periodo era portata avanti dal Futurismo e dal Fascismo riguardo il concetto di dinamismo e velocità, continua a coltivare questo fascino nei confronti dei nuovi mezzi aerei, prodigio di inizio secolo, con sportività e coraggio fino a diventare nel 1933 la prima donna Italiana ad ottenere un brevetto di volo, rilasciato dal R.U.N.A (Reale Unione Nazionale Aeronautica).
Una volta conseguito il brevetto, a soli 23 anni si distingue per le sue capacità acrobatiche col suo idrovolante Classe C, ottenendo Il suo primo trofeo per il superamento del record di altitudine a bordo del mezzo, ben 5.544 metri. Ostinata a raggiungere altri successi portando il nome dell’Italia con sé, si rivolge a Italo Balbo, suo amico di vecchia data, per ricevere la stessa istruzione che era riservata ai piloti dell’aeronautica militare, così da poter battere il nuovo record di 11.289 metri, conseguito dall’aviatrice francese Maryse Hilsz. Il 25 giugno del 1935 sale a bordo del biplano Caproni Ca-113 AQ, con tuta imbottita per vincere il freddo e maschera collegata ad una bombola d’ossigeno per sopravvivere all’aria rarefatta dell’alta quota; tra tutti quelli che assistono al decollo solo un pugno di uomini credeva che la Massone, sarebbe riuscita a superare il record, altri credevano invece che non avrebbe raggiunto nemmeno gli 11.000 metri di quota. Al contrario di quanto la maggior parte pensava, con tenacia e perseveranza, nonostante un malore che la colpisce per la forte pressione, non supera ma straccia il record, arrivando a 12.046 metri, risultato che rimane tuttora imbattuto per i velivoli ad elica. Grazie a questo risultato, il maresciallo Balbo la seguirà per il resto della sua formazione, invitandola a compiere altri voli.
Riuscì quindi a superare numerosi altri traguardi, di cui sette a livello mondiale: l’ultimo volo il 19 giugno 1954, volando da Ghedi in provincia di Brescia, fino a Luxor in Egitto: circa 3.000 km, percorsi in 13 ore a 299 chilometri orari. O ancora nel 1951 entra a far parte di un equipaggio Italiano e partecipa al giro aereo d’Algeria, volando per 6.000 km nel deserto al bordo di un Macchi MB308. Successivamente diventa anche la prima donna Italiana a compiere il giro d’Europa in aereo.
Innamorata del volo, aprirà un AereoClub ed una scuola di pilotaggio a Genova, per trasmettere e suscitare emozioni nel volo anche ad altri, senza distinzione di sesso, intitolandolo al suo mentore e compagno di volo Giorgio Parodi.
Si spegnerà serenamente nella sua città natale, Bogliasco, il 19 marzo 1991.
Oltre le distinzioni di genere, Carina Massone Negrone ha mostrato al mondo intero la scorza di una donna e aviatrice italiana, mettendo in risalto non solo in risalto l’avanzamento tecnologico della nostra nazione, ma anche quello sociale e sportivo.
Steiner
