Non bastano soltanto le parole ‘sangue’ e ‘suolo’ per evocare a sé l’essere italiani. Essere italiani è qualcosa da fare: uno spirito, un’attitudine, uno stare al mondo, una missione. Più un dovere che un diritto.
Una civiltà che prima di essere unità politica ed economica è stata eroica, poetica, linguistica, culturale ed artistica. Un nome, Italia, che non è stato costruito a tavolino ma sognato dall’inchiostro dei poeti, ambito dai grandi condottieri, evocato nell’arte attraverso i secoli, anche e soprattutto quando l’Italia non c’era: quando era divisa, occupata, in ginocchio, nulla.
Vedere ciò che non c’è, è il desiderio rivoluzionario che ci unisce da molto più di centosessant’anni. Italia è un’ambizione non una costituzione. Non è tanto una questione di ‘ius’, ovvero ciò che è lecito fare, ma un principio di ‘fas’, ovvero quel che è giusto fare.
Italia da 160 anni, Italia da sempre.
