Il 21 Maggio dello scorso anno Dominique Venner, all’età di 78 anni, si dava la morte nel Notre Dame de Paris per “risvegliare le coscienze addormentate”, come egli stesso riportò nella lettera scritta prima dell’estremo gesto. Ma chi era realmente Dominique Venner e quale è stato il vero significato di quel drammatico atto?
Troppo spesso, prima e dopo quel fatidico giorno di Maggio, questo grande intellettuale e autore contemporaneo è stato bistrattato ed esposto alla gogna mediatica, e ciò è stato possibile solo perché i suoi antagonisti lo hanno ridotto a semplice estremista di destra e attivista anti-gay. C’è stato altresì chi, non limitandosi a infangarne la memoria con delle banali calunnie, ha fatto di peggio. È stato questo il caso delle Femen: una delle attiviste è stata infatti arrestata il giorno seguente per aver imitato, con una pistola giocattolo, il gesto dell’intellettuale. L’attivista ha compiuto questa disgustosa azione in topless, riportando sul proprio corpo la scritta “May Fascism rest in hell!” (possa il Fascismo riposare all’inferno!). Il gruppo femminista ha poi invitato tutti i fascisti a imitare il gesto del pensatore francese.
Le ragioni del sacrificio.
Sul territorio francese sono in vigore, sin dal 1999, le leggi del PACS, acronimo di Pacte Civil de Solidarité, che permettono l’unione civile delle coppie di fatto. Poco tempo prima del suicidio dell’intellettuale, il 23 Aprile, fu tuttavia approvata una legge denominata Legge Taubira, dal nome del Ministro della Giustizia che l’ha proposta e supportata, che introduceva la possibilità di matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ciò che ha spinto Venner a rivolgere contro se stesso la pistola e a premere il grilletto nella storica cattedrale parigina non è stato tuttavia una semplice protesta contro i matrimoni omosessuali. Egli dice infatti che il suo sacrificio è per la sua “Patria francese ed europea […] contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà millenaria.” Il suo gesto è dunque un esempio per la nostra società, una società che sempre più va verso un declino morale che distrugge così quelle basi etiche che hanno permesso il prosperare della nostra civiltà. Le sue ultime parole, affidate a una lettera che vuole essere un monito per la nostra Europa, sottolineano pertanto come il suo non sia stato il gesto di un fanatico religioso o di un nostalgico moralista, ma la scelta razionale e consapevole di uno degli ultimi eroi del nostro tempo. Vogliamo dunque oggi, nel giorno in cui cade il primo anniversario del suo sacrificio per la nostra Europa, ricordarlo per il grande intellettuale e pensatore quale era.
ONORE A DOMINIQUE VENNER, CUORE RIBELLE!