Cura del corpo, esaltazione della bellezza, caccia, competizione. Diversi e molteplici i significati che questi termini hanno assunto nel corso dei secoli, passando anche per l’antica Grecia e l’Impero Romano, fino ad arrivare a ciò che per noi oggi è lo sport. E’ durante il ventennio che l’educazione fisica nelle scuole e lo sport in generale ebbero un ruolo di fondamentale importanza nella concezione politica fascista, in virtù di quella necessità di integrità anche fisica, oltre che morale e culturale. Si perseguì, per questo motivo, la realizzazione di un’educazione fisica di massa, piuttosto che la corsa al campionissimo. Diverse furono le organizzazioni fondate in questi anni, come l’Opera Nazionale Balilla (ONB) o i Giovani Universitari Fascisti (GUF) e di fondamentale importanza sarà poi la spinta data dallo stesso partito per la nascita della FIN (Federazione Italiana Nuoto) nel 1930. Allo scopo di favorire la cultura sportiva, fu inaugurato,nel 1932, il Foro Mussolini, un vasto complesso sportivo che si trova alla base di Monte Mario, a Roma, oggi noto come Foro Italico e sede dell’Università del Foro Italico e del CONI. E’ in quel periodo che l’italia ebbe dalla sua numerosi campioni, Primo Carnera, per citarne uno, campione mondiale dei pesi massimi di pugilato dal 33′ al 34′. Alle olimpiadi di berlino del 36′ l’italia si piazzò al 4° posto nel medagliere, con ben 22 medaglie di cui 8 ori. Uno di questi fu vinto dalla nazionale di calcio, che oltre all’oro olimpionico, vinse per 2 volte consecutive i mondiali, confermandosi campione del 34′ e del 38′. Pare che rilevanza fondamentale venne attribuita al rugby, improntato sul vero gioco di squadra, sul cameratismo e basato sui valori del combattimento e della lealtà. Insomma, messa da parte la remora sulle origine britanniche, il rugby diventa negli anni ’30 uno degli sport più amati e praticati dalla gioventù fascista. Purtroppo, però, con la caduta del regime di Mussolini anche il rugby dovette pagare pegno. Esaltato dal fascismo venne visto per molti anni come uno sport violento e legato all’ ideologia mussoliniana. A discapito di quanto si possa credere, grande importanza fu data anche allo sport al femminile con l’istituzione della FIAF, federazione italiana di atletica al femminile, nonostante le ingenti opposizioni mosse dalla chiesa. E’ chiaro pertanto come il germe dell’odierno successo riscosso dall’Italia in ambito sportivo sia stato gettato durante il Ventennio Fascista. Con la caduta del fascismo e l’inizio del secondo dopoguerra, lo sport recuperò in buona parte la sua “spontaneità”, per riperderla tuttavia, di lì a poco, a causa del professionismo esasperato e del fiume di denaro che hanno ormai “inondato” anche il mondo dilettantistico. Ed è oggi che, in virtù di ciò che fu, il Blocco Studentesco propone, all’interno del suo programma, l’ aumento delle ore di educazione fisica del 150% e la costruzione di palestre e strutture sportive all’ avanguardia ed uguali in tutti gli istituti o, ove questo non fosse possibile, la formulazione di convenzioni tra centri sportivi e scuole, senza che ciò comporti ulteriori costi per gli studenti. Bisogna, purtroppo, tener sempre presente la situazione di declino in cui versa attualmente la nostra società, anche, o forse soprattutto, in ambito economico ed, in questa ottica di declino, riassumere la consapevolezza delle vere possibilità che l’uomo ha e che deve mettere in pratica. Consapevolezza di sé, forza, determinazione, impegno costante. Un tempo la base su cui un uomo costruiva le proprie fondamenta. Sciatteria, lascivia, vanità, vizio, frustrazione. Oggi. Parola d’Ordine: Ritrovare se stessi. Perché no, anche attraverso lo sport e l’educazione allo sport.
Di Ispanico.